In questa sezione trovi notizie utili e specifiche sul fallimento.
Una ipoteca viene detta consolidata quando non è più soggetta alla revocatoria fallimentare. In ordine alla revocatoria di una ipoteca volontaria si possono suddividere varie fattispecie. Ipoteca data a garanzia di crediti preesistenti non scaduti. Il termine è di un anno ed è il revocando che deve fornire la prova che non conosceva lo stato…
L’esdebitazione fallimentare può essere concessa al fallito (persona fisica) che ha i requisiti oggettivi e soggettivi per adire all’istituto. In particolare, il fallito non deve avere usufruito dell’istituto nei dieci anni antecedenti. Nei termini temporali il fallimento deve essersi chiuso dopo l’entrata in vigore della riforma (16 Luglio 2006).
L’esdebitazione fallimentare consente al fallito, che ha dei requisiti soggettivi di sotto rappresentati, di cancellare definitivamente i debiti rimasti non pagati dalla procedura concorsuale. Di seguito vengono indicati i requisiti soggettivi necessari per adire all’istituto della esdebitazione fallimentare.
L’ istituto della esdebitazione fallimentare consente al debitore di liberarsi, una volta chiuso il fallimento, dei debiti residui non pagati ai creditori. I requisiti di natura oggettiva per accedere all’istituto della esdebitazione fallimentare sono di seguito indicati.
L’esdebitazione fallimentare rappresenta la definitiva liberazione del debitore persona fisica fallito nei confronti dei debiti rimasti non pagati nella procedura concorsuale nei confronti dei creditori.
Il concordato fallimentare può essere proposto dai seguenti soggetti (cd. Assuntore):– Da un terzo;– Da uno o più creditori;– Dallo stesso fallito a patto che sia passato un anno dalla dichiarazione di fallimento ed entro due anni dal decreto di esecutività dello stato passivo.
Il concordato fallimentare è un istituto previsto dalla Legge Fallimentare nei casi in cui l’azienda risulti già, di fatto, fallita. Il concordato fallimentare, se attuato ed approvato, fa cessare ex lege gli effetti del fallimento e l’azienda torna in bonis.
L’Amministratore di una società di capitali se si verificano perdite che erodono l’intero capitale sociale omette di adottare le misure previste dall’articolo 2447 del codice civile ed anzi intraprenda nuove operazioni e successivamente si verifichi il fallimento dell’azienda, l’amministratore è responsabile dei danni cagionati all’azienda. Tale condotta giustifica i provvedimenti della Curatela ai sensi dell’articolo…
L’azione di responsabilità ex articolo 146 Legge Fallimentare può essere esercitata dal Curatore Fallimentare previa autorizzazione del Giudice Delegato e sentito il comitato dei creditori se il Curatore ravvisa il fumus bonis juris dell’azione di merito.
Il curatore del fallimento può disporre attraverso l’Autorità Giudiziaria il sequestro conservativo dei beni mobili ed immobili di tutti i componenti del Consiglio di amministrazione di una azienda a responsabilità limitata (S.r.l.) andata fallita.